Come cambiano i criteri che la Generazione Z applica nella valutazione delle aziende alle quali proporsi. Come la comunicazione può aiutare a trasferire l’esatta caratteristica dell’azienda per attrarre talenti.

 

AZIENDE A PROVA DI “OK BOOMER” ATTRAGGONO LA NUOVA GENERAZIONE DI TALENTI

Piccoli nativi digitali crescono e si fanno sempre più largo nel mondo, compreso quello adulto.

La Generazione Z (Gen Z)- coloro nati tra il 1996 e il 2010 circa – cresce con Internet e tecnologia a portata di mano. Per i suoi componenti i social media incidono fortemente sul processo di socializzazione e sicuramente sono loro le persone migliori a cui chiedere, rigorosamente al pranzo di Natale, come impostare la suoneria sul cellulare o come accedere al sito delle Poste.

Ma la Gen Z è anche tanto altro.

Sono persone globali e aperte, appassionate e profonde, egocentriche e frangibili, caparbie e utopiste. Criticano costruttivamente, sono esigenti ma informate, sempre sul pezzo e attente. È la generazione dell’informazione e del controllo delle fonti, della conoscenza a portata di pollici (con i quali digitano sul cellulare alla velocità della luce), ma anche della capacità – e necessità – di sviluppare uno spirito critico efficace.

Tutte queste caratteristiche portano la Generazione Z ad avere una forte propensione all’ascolto attivo, al dialogo e all’analisi del mondo che le circonda: le persone che compongono questa generazione vogliono contribuire al miglioramento della società e alla costruzione di un futuro migliore.

Inclusione, sostenibilità, parità, impegno sociale sono valori fondanti e attitudini che i componenti della Gen Z applicano anche nell’analisi della dimensione lavorativa.

Affacciandosi al mondo del lavoro i nuovi talenti della Generazione Z valutano le aziende sulla base di criteri inediti rispetto alle generazioni precedenti.

Il primo fattore è proprio il modello lavorativo: complice la dimensione digitale sempre più presente, il lavoro sta diventando sempre più fluido e flessibile. Questo per perseguire un equilibrio tra la vita privata e quella professionale, ottenendo risultati migliori sia a livello produttivo che di benessere grazie all’ascolto delle esigenze di ogni persona e alla ricerca di soluzioni costruttive. 

Oltre al metodo cambia – e migliora – anche l’ambiente lavorativo: per la Gen Z giocano un ruolo fondamentale le scelte ecologiche intraprese dalle aziende, testimonianza di un agire sostenibile; tuttavia devono essere sostenibili anche le relazioni: la Generazione Z è estremamente attenta ai temi di inclusività, solidarietà, parità, riconoscimento.

Quando i profili interessanti appartenenti a questa generazione cercano lavoro valutano le aziende anche – e spesso soprattutto – in base alla vicinanza a questi valori.

Spesso le imprese condividono obiettivi sociali e portano avanti iniziative per promuoverli, ma non lo dicono. Può capitare che il modo in cui l’azienda si pensa e si presenta non coincida con la percezione che le persone esterne hanno dell’impresa. E qui entra in gioco la comunicazione come strumento per trasferire l’esatta caratteristica dell’azienda e attrarre talenti.

Possono fare la differenza accorgimenti come l’adozione del linguaggio inclusivo; non importa in che modo – se con un asterisco, una scevà (ə) o inserendo “tutti e tutte” – ciò che conta è l’approccio costruttivo e di attenzione verso la contemporaneità, la molteplicità e le rinnovate sensibilità che caratterizzano il contesto attuale.

Anche la partecipazione a iniziative legate a temi sociali, ambientali e di sostenibilità e l’adozione di politiche vicine alle esigenze di lavoratori e lavoratrici testimoniano la consapevolezza da parte dell’azienda di come il mondo si stia velocemente muovendo e di come questa sia in grado di stare al passo con i tempi. 

Sicuramente l’attenzione e la sensibilità verso tematiche importanti è un efficace strumento di business e un modo per assicurarsi persone brillanti e di valore, ma è anche l’occasione per cogliere la scintilla del cambiamento e superare modelli anacronistici.

Un’azienda può essere consolidata, affermata e con grosse potenzialità, ma le ragazze e i ragazzi in gamba appartenenti alla Generazione Z non valutano solo questo. Se entrando in contatto con la sua comunicazione pensano “OK boomer”*, qualcosa necessita di essere rinfrescato o comunicato meglio.

 

* OK boomer: modo di dire usato da adolescenti e giovani (Generazione Z) per respingere o deridere gli atteggiamenti tipicamente associati alle persone nate nei due decenni successivi alla seconda guerra mondiale, noti come boomer. È una replica per la resistenza percepita al cambiamento tecnologico, negazione del cambiamento climatico, emarginazione dei membri di gruppi minoritari o opposizione agli ideali delle giovani generazioni.
fonte: Wikipedia